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© 2023 - Timothy D. Capehart
When
you sat across the table from me and broke
off our conversation with your silence,
when
your face began to twitch like
some
small animal in its death throws
as
you tried to dam up your emotion with
that
stone wall that is usually your face,
when
you averted your eyes as from some
great
brightness and said with a cracking
voice,
"I can never be happy with this choice
of
yours. Do you know how much this hurts me?"
and
when your eyes finally drowned and you
pressed
your hands against your face as if
it
were about to fall off, I could do
nothing
but rush to comfort you.
I
stood, holding you together, feeling
like
a mother myself, saying, "Shhhh.
It's
all right." But I lied. I bent
over
you hugging the sobs out of your body,
knowing
I wasn't about to change and in your eyes
things
would never be all right again, wondering
if
you knew how much your disappointment hurt me
and
wondering if I could forgive myself
for
forgiving you.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Quando
ti sei seduta dall'altra parte del tavolo di fronte a me e
hai
interrotto la nostra conversazione con il tuo silenzio,
quando
il tuo volto ha iniziato a contrarsi come
una
piccola creatura in agonia
mentre
hai cercato di trattenere le emozioni con
quella
parete di pietra che solitamente è il tuo viso,
quando
hai evitato lo sguardo come fosse un
intenso
bagliore e hai detto con voce rotta,
"Non
potrò mai essere felice con questa tua scelta.
Sai
quanto mi fa male?"
e
quando i tuoi
occhi finalmente si sono inondati e tu
hai
premuto le mani contro il viso come se
stesse
per cadere, non ho potuto fare altro
che affrettarmi a confortarti.
Mi
sono alzato, tenendoti insieme, sentendomi
quasi
una madre anch'io, dicendo, "Shhhh.
Va
tutto bene." Ma ho mentito. Mi sono chinato
su
di te, abbracciando i singhiozzi fuori dal tuo corpo,
sapendo
che non stavo per cambiare e ai tuoi occhi
le
cose non sarebbero mai state di nuovo le stesse, chiedendomi
se
sapevi quanto la tua delusione mi facesse male
e
se potevo perdonarmi
per
averti perdonata.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Easter
is coming,
Hooray!
Hooray! Hooray!
Here
it comes now,
The
lovely season's here,
And
the wind that blows,
Making
it all appear.
And
the sturdy tree,
Adorned
with gems so bright,
Delights
the eye, you see,
People
moved, hearts light!
Easter
arrives in style,
The
feast, the delight,
Everyone's
getting ready,
Excitement's
taking flight!
The
table's adorned,
The
wait has grown long,
Help
yourselves, everyone!
And
the enthusiasm's strong.
Some
take, some give,
Bread
takes a dip with flair,
But
it's just the beginning,
Of
a tale we all will share!
Plates
and silverware,
The
flock on the plate,
We
start to eat with care,
This
is where the story's fate.
Then
all are delighted
Awaits
the sweet treat,
The
beautiful Dove, so bright,
A
wish for peace, oh, how sweet!
And
the glasses remain empty,
Not
without a bit of remorse,
All
those toasts were plenty,
But
not all the words stayed on course.
Oh,
but hold on, let's pause,
Let's
not forget the truth,
That
Easter, with its cause,
Is
a concept, that's the proof!
However
it may end,
(With
satisfying grace)
It
renews the invite, my friend,
And
our togetherness we embrace.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Arriva
la Pasqua.
Hurrà!
Hurrà! Hurrà!
Ecco
che arriva
La
bella stagione
Ed
il vento...
Che
la predispone.
E
l'albero fiero,
Di
gemme che indossa,
Rallegra
la vista.
La
Gente...commossa!
Arriva
la Pasqua!
Il pranzo, la festa..
E
ognun si prepara,
L'attenzione
si desta!
La
tavola è adorna,
L'attesa
è stanca.
Servitevi
pure!
E
lo slancio si affianca.
C'è
chi prende e chi dà.
Il
pane s'immerge.
Ma
è solo l'inizio
Di
una storia che regge!
Piatti
e posate,
Il
gregge nel piatto.
Si
inizia a mangiare.
Quest'è
l'antefatto.
Poi
tutti felici
Attendono
il dolce.
La
bella Colomba,
Augurio
di pace.
E
rimangono vuoti,
E non senza rimorsi,
Tutti
quei calici,
Non
tutti i discorsi.
Oh!
Ma fermi tutti!
Dimentichiamo
un fatto,
Che
anche la Pasqua
E' un concetto esatto!
Comunque
finisce,
(Sazia
accoglienza!).
Rinnova
l'invito
E la convivenza.
Picture by Tim & Laura ©
© 2023 - Timothy D. Capehart
(for
T.C.)
This
living,
absolute
drive
toward
an impossible goal, is
search
for
the concrete perception
of
the transitory dissection
of
its ghost.
Children
of a dyslexic god,
we
propagate white noise
with
our symbols
(ephemeral--scatters
sense)
1
0 0
(read:
one
hundred
or
four, or
nine,
or
sixteen.
. .)
is
alpha
A
or
degree
of dissociation, or
angular
acceleration, or
half
of god. . .)
Our
logic
forage
for our children
as
our fathers' was
for
us.
We
systematize this riot
regulate,
label
packets
of chaos
discrete
only to us.
Dendritical
future
linear
past
(flatline
with a million facets)
we,
agents of that which we oppose,
add
faces to the past
in
memory
in
history
we
miss the process
formulating
names for it.
This
eye where we breathe
is
in and of our mind(s).
We
are as much
the
storm
as
is the wind.
© 2023 - Timothy D. Capehart
(per T.C.)
Questa vita,
guida assoluta
verso un obiettivo impossibile, è
ricerca
della
percezione concreta
della dissezione transitoria
del suo fantasma.
Figli di un dio dislessico,
noi propaghiamo il rumore bianco
con i nostri simboli
(l’effimero—dispende i sensi)
1 0 0
(leggi:
cento
o
quattro, o
nove, o
sedici. . .)
è l'alfa
A
o
grado di dissociazione, o
accelerazione angolare, o
la metà di dio. . .)
La nostra logica
foraggio per i nostri figli
come quella dei nostri padri
lo è stata per noi.
Sistemizziamo questa rivolta
regoliamo,
etichettiamo
pacchetti di caos
discreti solo per noi.
Futuro dendritico
passato lineare
(linea piatta con un milione di sfaccettature)
noi, agenti di ciò che opponiamo,
aggiungiamo volti al passato
nella memoria
nella storia
perdiamo il processo
formulandone i nomi.
Quest'occhio dove respiriamo
è dentro e fuori dalle nostre menti.
Siamo tanto
la tempesta
quanto lo è il vento.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Dear
Diary,
I
have something to say,
But
won't tell you in a prosaic way.
Some
evenings glide away so fine,
While
others,
Tricks
of the mind, malign.
I
recall yesterday, starting a quest,
I
think it over, but oh!,
It's
the wine's bequest!
Those
days of yore, so beautiful and grand,
The
ones
You
thought were truly grand.
And
now, as the shore is far from here,
Suddenly,
memories
Ring
loud and clear.
A
crowded haven for countless thought,
The
more you ponder,
The
less they're sought.
Come!
Everyone,
Gather
near,
Don't
ask why, let's shed our fear.
I
retrace my steps,
Take
one more sip,
Thoughts
become a river, on they skip.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Caro
Diario
Ti
dico una cosa,
E
cercherò di non dirtela in prosa.
Ci
sono sere che vanno via lisce
E
ci sono quelle
Che
la mente tradisce.
Ricordo
ieri, iniziare un cammino,
Ci
penso bene...
Ma
no', è il vino !
Eran
belli i tempi andati,
Quelli
che
Tu
credevi beati.
E
or che la riva è lontana,
D'improvviso il ricordo
Diventa
campana.
Rifugio
affollato di tanti pensieri,
Che
più ci pensi
E
più non son veri.
Sú
! tutti quanti...
Venite
a me !
E,
per favore, non chiedete il perché!
Rifaccio
la strada,
Ancora
un sorso,
Ed
ecco i pensieri... diventar un corso.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Under
a soggy cotton sky
from
trench to trench they scramble
like
Sea Turtles' children,
connecting
moments with breath
as
long as they were able.
Unwilling
crusaders, numbed deeper than cold can reach,
they
waited, weary of dangers and death.
Hatching
anew with each charge,
they
ran through water-heavy air,
upon
empty shells in the fields.
With
outstreached arms they embraced red mud
and
struggled for the safe-sea
of
the next trench.
In
silence
they reviewed the beach saying,
"The
life that has bourne me
through
these years
is
still in my hands
and
my eyes. (*) "
Heads
down,
no
other thought
they
followed the call,
up
and out.
(*) from 'All Quiet on the Western Front' - Erich Maria Remarque, 1929
© 2023 - Timothy D. Capehart
Sotto
un cielo di cotone zuppo
da
trincea a trincea loro si affrettavano
come
figli di Tartarughe Marine,
collegando
istanti con il respiro
finché
ne furono capaci.
Crociati
riluttanti, intorpiditi più in profondità di quanto il freddo possa
fare,
aspettavano,
stanchi di pericoli e di morte.
Nascendo
di nuovo ad ogni avanzata,
correvano
attraverso l'aria carica d'acqua,
sui
gusci vuoti nei campi.
Con
braccia tese afferravano fango rosso
e
lottavano per il mare sicuro
della
prossima trincea.
In
silenzio
rinnovavano
la spiaggia dicendo,
"La
vita che mi ha portato
attraverso
questi anni
è
ancora tra le mie mani
e
nei miei occhi. (*) "
Teste
chine,
nessun
altro pensiero,
seguivano
la chiamata,
su
e fuori.
(*) Da 'Niente di nuovo sul fronte occidentale' - Erich Maria Remarque, 1929
Picture by Laura ©
© 2023 - Laura A. Ferrabino
In
the fourth dimension, subtle and light,
Time
flows, without pause or flight.
An
invisible stream, an eternal dance,
It
embraces us all with elegance.
We
measure time in days and hours,
But
its essence eludes, unknown to our powers.
A
mathematical mystery, an equation so grand,
That
connects us in this vast creation's land.
Time
is a precious gift, endless and true,
In
its flow, we discover our view.
We
live each moment with mindful finesse,
In
the fourth dimension, our timeless caress.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Nella
quarta dimensione, sottile e leggera,
Il
tempo scorre, senza sosta né fretta.
Un
flusso invisibile, un'eterna danza,
Che
ci abbraccia tutti e ci guida con eleganza.
Misuriamo
il tempo tra giorni e ore,
Ma
la sua essenza sfugge, i cuori non ne sanno.
È
un mistero matematico, un'equazione,
Che
ci lega in questa vasta creazione.
Il
tempo è un dono prezioso, senza fine,
Nel
suo fluire troviamo la nostra incline.
Viviamo
ogni istante con vera consapevolezza,
Nella
quarta dimensione, la nostra bellezza.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Shades
drawn against the prying eyes of night birds,
we
sit on the bed
and
light our cigarettes.
Reflections
of the red ash ends stare at us
from
the mirror
on
your wall.
More
dangerous, this smoking
in
the dark.
Satellite
embers
glow,
fade,
and
die,
invisible
as they fall
to
the sheets.
I
inhale,
making
momentary orange light.
Tightly
curled shadows beneath your navel
quiver.
I
draw again,
and
through the smoke,
blue-white
visible even in darkness,
I
watch your chest expand.
You
inhale;
and
in renewed orange light,
I
see your eyes
intent
upon
the sheets.
As
one night bird
alerts
others
with
a cry in the dark,
we
extinguish the eyes of our embers
in
the glass tray
and
slipping back beneath the blankets
we
wait.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Tiriamo
giù le tende contro gli sguardi curiosi dei rapaci notturni,
siamo
seduti sul letto
e
accendiamo le nostre sigarette.
I
riflessi delle rosse estremità dei mozziconi ci fissano dallo
specchio
sul
tuo muro.
E’
più pericoloso, questo fumare
nell'oscurità.
Braci
satellitari
risplendono,
svaniscono
e
muoiono,
invisibili
mentre cadono
sui
lenzuoli.
Inalo,
rendendo
momentanea la luce arancione.
Ombre
strettamente avvolte sotto il tuo ombelico fremono.
Un
tiro di nuovo,
e
attraverso il fumo,
visibile
bianco e blu anche nell'oscurità,
osservo
il tuo petto espandersi.
Inspiri;
e
nella rinnovata luce arancione,
vedo
i tuoi occhi
attenti
sui
lenzuoli.
Come
un uccello notturno
allerta
gli altri
con
un grido nell'oscurità,
spegniamo
gli occhi delle nostre braci
nel
vassoio di vetro
e,
scivolando di nuovo sotto le coperte,
aspettiamo.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Upon
the Cartesian graph's domain,
all
planes align, a harmonious terrain.
Between
two points, though their distance,
they're
straight lines, even secants!
To
grasp the Distance's sway,
think
of things not far away:
Units
measure it with grace,
on
a line, they find their place.
In
this path, we measure length,
then
the mind adds to its strength.
It
calls it a "Side," linked in so,
and
relates it to “Squares”, you know!
So
Distance, indeed, does hold
its
own priority, we're told.
When
we glance at the distance,
that
tiny dot on the plane's expanse.
Indeed,
in mathematics we concede,
Distance
is a tricky creed.
Yet
in the soul and in the heart's sweet chore,
it's
a journey, lasting hours and more.
It traces the course from us and others,
a
fragile barrier, one discovers.
Perhaps
it's merely an illusion,
an
agile truth in its diffusion.
In
the end, one notion we select:
nothing
truly stands so far, we reflect.
If
what you hold as true Affection,
resides
within a heart's steadfast direction.
And
if you find yourself in a circumstance,
to
diminish Time or Distance's advance,
maybe
there's no answer under the Sun,
among
concepts, there lies the Moon.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Sugli
assi Cartesiani,
vengon
bene tutti i piani.
Tra
due punti benchè distanti
son
linee rette… anche secanti!
Per
capire la Distanza
pensa
a cose anche vicine:
l'Unità
misura questa,
sulla
retta è sempre un fine.
Nel
percorso la suddetta
ci
assicura la lunghezza.
Poi
la mente lo fa Lato,
e
lo associa ad un Quadrato!
La
Distanza, dunque, ha
una
sua priorità,
nel
veder quant'è lontano
quel
puntino su di un piano.
Vero
è che in matematica,
la
Distanza è problematica.
Ma
nell'anima e nel cuore,
è
un percorso lungo ore.
Traccia
la rotta tra noi e altri,
è
una barriera fragile!
Forse
è solo un’illusione,
è
una realtà agile.
Rimane
infine un concetto:
nulla
è così distante…
Se
ciò che consideri Affetto
sta
nel cuore costante.
E
se ti trovi in circostanza
di
ridurre Tempo o Distanza,
forse
non c'è risposta alcuna,
fra
i concetti, c’è la Luna.
© 2023 - Timothy D. Capehart
The
mist hangs heavy about the trees,
And
the faeries dance across the lake.
The
high branches sigh in the cooling breeze,
But
only the tender saplings quake.
Somewhere
in me memories stir.
Pictures
mix into a pleasant blur.
Memories
of my family and friends,
Rushing
past me on high winds.
They
are welcome memories; not all are good
Of
where I'm standing and where I stood.
Once
again the tired leaves fall.
And
the trees will seem stark and dead.
To
my friends and family I call.
No
one's there in memory's stead.
© 2023 - Timothy D. Capehart
La
nebbia si fa densa intorno agli alberi,
E
le fate danzano sul lago.
Gli
alti rami sospirano nella brezza refrigerante,
Ma
solo i giovani alberelli si scuotono.
Da
qualche parte in me i ricordi si agitano.
Le
immagini si mescolano in una piacevole confusione.
Ricordi
della mia famiglia e degli amici,
Che
mi sfrecciano davanti con venti impetuosi.
Sono
ricordi graditi; ma non tutti sono buoni
Di
dove mi trovo e da dove stavo.
Ancora
una volta cadono stanche le foglie
E
gli alberi sembreranno spogli e morti.
Chiamo
i miei amici e la mia famiglia.
Ma
nessuno è lì al posto dei ricordi.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Viewing
from above, like a drone in flight,
the
canvas fills with a vivid sight of the city
where
every life is finite,
and
each moment is life.
From
an open window in one house,
then
elsewhere, to another view,
a
different room in another story.
Tensive
instants,
brief
and fast,
in
a rhythm that defies mere convenience.
Mindful
of the tension,
you loosen your tension
in
that crowded, resonant minute.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Dall'alto,
come un drone in volo,
si
riempie il quadro di un panorama di città
dove
ogni vita è finita,
e
dove ogni istante è vita.
Dalla
finestra aperta di una casa,
poi
altrove, ad un altro scorcio,
una
stanza diversa in un'altra storia.
Istanti-tensivi,
brevi
e veloci
in
un ritmo che sfida ogni convenienza.
Attento
alla tensione,
allenti
la tensione
in
quell’affollato minuto di risonanza.
© 2023 - Timothy D. Capehart
You
taught me to fear death
when
you stopped grinding watch
crystals
and engraving lovers' names
on
golden bracelets and helping
couples
pick out wedding bands,
when
you foolishly shoveled winter
from
your son's drive and went home to nap
but
didn’t wake to the screaming
or
sirens.
I
had not seen that state of breathless sleep
until
I saw you, passive, expressionless, "at peace."
I
had not felt skin, more like orange peel
than
the face I knew,
or
understood how tightly the body
fits
into a coffin, the coffin
into
a vault, the vault
into
the earth.
I
did not know
how
tightly they pack the dirt
over
a new grave.
Now,
sometimes I stand on frozen ground
watching the lights of a town
like
your jewels in the distance,
waiting,
wondering
if I
will
make good use
of
this gift of life.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Mi
hai insegnato a temere la morte
quando
hai smesso di lucidare i cristalli degli orologi
e
incidere i nomi degli amanti
su
braccialetti d'oro ed aiutare
le
coppie a scegliere le fedi nuziali,
quando
hai scioccamente spalato l'inverno
dalla
strada di tuo figlio e sei andato a casa a riposare,
ma
non ti sei svegliato né dalle urla
né
dalle sirene.
Non
avevo mai visto quel sonno senza respiro
finché
non ti ho visto, passivo, senza espressione, "in pace."
Non
avevo mai sentito la pelle, più simile a buccia d'arancia
che
a quella del volto che conoscevo,
o
compreso quanto perfettamente il corpo
si
adatti a una bara,
la bara
a
un loculo, il loculo
alla
terra.
Non
sapevo
quanto
strettamente comprimessero la terra
sopra
una nuova tomba.
Ora,
a volte, mi fermo sul terreno ghiacciato
guardando
le luci della città
come
i tuoi gioielli in lontananza,
aspettando,
chiedendomi
se
saprò
fare buon uso
di
questo dono della vita.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
I
share my track,
in
a room without attack,
in
a void that seems eternal,
in
the frenzy of the external,
so
that my word
may
rise like the wave;
but
all of this is just an illusion,
of
living like a lion on this compulsion.
© 2023 - Laura A. Ferrabino
Condivido
la mia traccia,
in
uno spazio vuoto senza minaccia,
in
un vuoto che sembra eterno,
nella
frenesia del mondo esterno,
affinché
la mia parola
possa
salire, come un’ola;
ma
tutto ciò è solo un miraggio,
di
vivere da leone in questo viaggio.
Picture by Tim ©
© 2024 - Timothy D. Capehart
If
I promise not to sneak away
at
nap time
and
promise not to date
the
little red-haired girl
if
I promise to play in your
pumpkin-scented
basement
with
my tiny, white bucket of toys
or
sit in quiet fixation
watching bubble lights
on
your Christmas tree...
Would
you forgive me if I told you
I
still think you have
Mrs.
Butterworth’s
blissfully
tolerant smile?
© 2024 - Timothy D. Capehart
Se
prometto di non sgattaiolare via
durante
il riposino
e
prometto di non frequentare
la
bambina dai capelli rossi
se
prometto di giocare nel tuo
seminterrato
profumato di zucca
con
il mio piccolo secchiello bianco dei giocattoli
o
di stare seduto in silenziosa osservazione
guardando le luci a bolla sul
tuo albero di Natale...
Mi
perdoneresti se ti dicessi
che
penso ancora che tu abbia
il
sorriso beato e tollerante
di
Mrs.
Butterworth?
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Haven't
you ever thought
that
beyond the face a precipice looms,
and
finding one's own story
it's
a challenge, an exercise in glory?
Have
you never mused
on
the nature of likeness, empathy fused,
and
the person before us
may
reshape our course?
In
this labyrinth
where reactions thrive,
we
feed volcanoes and oceans alive,
between
the image and our true self's cry:
reflections
of what we display,
fires
of the soul in our own way,
oceans
of emotions, deep and wide,
navigating
between ego and what hold inside.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Non
avete mai pensato
che
oltre la faccia c’è un precipizio,
e
che ritrovare la propria storia
è
cosa difficile, un esercizio?
Non
avete mai riflettuto
su
che cosa sia la somiglianza o l’empatia
e
che la persona di fronte
possa
modificare la nostra via?
In
questo labirinto
dove
ognun di noi è reattivo
alimentiamo
vulcani e oceani
tra
l’immagine e il nostro io:
riflessi
di ciò che mostriamo,
fuochi
dell'anima che accendiamo,
oceani
di emozioni profonde,
navigando
tra il nostro ego e ciò che ci risponde.
© 2023 - Timothy D. Capehart
I
remember
things
you might not expect...
the
stride of your legs as you came to our door
with
three pumpkins
ripe
and ready for carving,
the
smile on your face
and
the smell of
your
blue-green coveralls,
and
your large hands
when
you cleaned me up after play.
But
mostly I remember
the
smile on your face
while
she watched
the
two of us
laughing.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Mi
ricordo
cose
che potresti non aspettarti...
l'andatura
del tuo passo quando arrivavi alla nostra porta
con
tre zucche
mature
e pronte per essere intagliate,
il
sorriso sul tuo viso
e
l'odore della
tua
tuta acquamarina,
e
le tue mani grandi
quando
mi pulivi dopo che avevo giocato.
Ma
soprattutto mi ricordo
il
sorriso sul tuo viso
mentre
lei guardava
noi
due
ridere.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Strolling
by the corner shop,
focused
on your goal, non-stop.
Hear
dishes clink in the bar's cheer,
keep
walking, pretend not to peer.
But
then a halt in the human machine,
stops
the daily routine.
You
lift your gaze, take a step ahead,
you
enter in, without any regrets.
The
machine hisses, a delightful sound,
"Good
morning, a coffee"...and here you are found.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Passi
all’angolo del negozietto,
concentrato
sul tuo obiettivo, diretto.
Senti
tintinnare stoviglie da bar,
fai
finta di niente, continui ad andar.
Ma
poi un arresto della macchina umana
rompe
un’azione di routine quotidiana.
Sollevi
lo sguardo, fai un passo in avanti,
non
esiti, entri, senza rimpianti.
La
macchina sibila, meraviglioso suono, "Buongiono,
un caffè"... ed ecco l’Uomo.
Picture by Tim & Laura ©
© 2023 - Timothy D. Capehart
The
same wind that once
blew
your dark hair around,
holds
the ravens up
pulls
grey mist from the ground.
I've
come to the bridge
to
dream of might have been
in
moonlight that traced
the
terrain of your skin.
Shadows
coalesce
in
the blue world of night
in
water kissed air
beneath
pinpricks of light.
The
clouds of my breath
dissipate
in the air
where
our words still hang
broken
stones for a prayer.
You
once held me close
by
those dry wooden boards.
You
whispered to me.
I
took you at your word.
Now
wind whips up rain,
and
I can't say I care.
I
don't feel your love
if
it ever was there.
© 2023 - Timothy D. Capehart
Lo
stesso vento che un tempo
scompigliava
i tuoi capelli scuri,
sostiene
i corvi in volo
e
solleva la nebbia grigia dal suolo.
Sono
venuto al ponte
a
sognare ciò che poteva essere
nella
luce lunare che disegnava
i
contorni della tua pelle.
Le
ombre si uniscono
nel
mondo blu della notte
nell'aria
baciata dall'acqua
sotto
i bagliori luminosi.
Le
nuvole del mio respiro
si
disperdono nell'aria
dove
le nostre parole ancora si aggrappano
come
pietre spezzate per una preghiera.
Una
volta mi hai stretto forte
su
quelle assi di legno ormai aride.
Mi
sussurravi parole.
Io
ti credevo sul serio.
Ora
il vento solleva la pioggia,
e
non posso dire che m'importi.
Non
sento il tuo amore
se
mai c'è stato.
Picture by Freepik #45a032eae07b
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Remember
your first word?
...
and a smile lit up the whole world.
Remember
when you climbed that super-tall tree?
...
and you cracked up looking down.
Remember
when you belted out that tune?
...
and the words just flowed.
Remember
that idea that had your brain spinning?
...
and you totally nailed it.
Remember
when you decided to set your soul free?
...
and knew it was not gonna be lost.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Ricordi
la tua prima parola?
…
e
un sorriso inondava il mondo.
Ricordi
quando scalavi l'albero più alto?
…
e
ridevi guardando giù.
Ricordi
quando cantavi quella canzone?
…
e
le parole volavano.
Ricordi
quell'idea che occupava la tua mente?
…
e
l'hai elaborata alla perfezione.
Ricordi
quando hai deciso di liberare l'anima?
…
e
sapevi che non si sarebbe persa.
© 2024 - Timothy D. Capehart
RECONCILIATION
I
It
rained that night, and we spent two hours crying
on
at with each other. We had only been apart
two
months, been with others and found it false.
After
dinner and drinks - perhaps too many drinks -
we
went back to my room where it was harder to
keep
the memories away. Emotions exposed,
layer
under layer, like ashes flaking from a smoldering log.
They
weren't reawakened, they'd always been there,
burning.
We'd been unable to stamp them out.
You
left before we both got sick from crying;
I
watched you stop in the grey light of night
on
the front walk. You bowed down with a fist at each ear...
before
I could call out, you were gone.
RECONCILIATION
II
Back
together again with all the trappings
we've
tried before, the dinner and drinks.
This
time we move more easily beyond polite conversation
and
drop layers of memory as we drop our clothes.
Your
face is older in the candle light - and forgiveness
comes
easily as guilt did two months ago.
I
am amazed at your ability to forgive my blacker
transgressions;
love is a powerful solvent.
Pride
set aside, guilt washed away; the more concrete
love
takes its rightful place around us.
We
climb into bed without worrying to lock doors or
close
windows. Sleeping in each other’s arms,
we
relive the past year in these moments we share.
I
wake to a dream come true - and we plan in early morning hours
what
will occur in our world.
© 2024 - Timothy D. Capehart
RICONCILIAZIONE
(parte I)
Piovve
quella notte, e trascorremmo due ore piangendo
l'uno
sull'altro. Eravamo stati separati
solo
due mesi, stati con altre persone trovando tutto falso.
Dopo
la cena e qualche drink - forse troppi drink -
tornammo
nella mia stanza, dove era più difficile
tenere
lontani i ricordi. Emozioni esibite,
strato
su strato, come ceneri che si sfaldano da un ceppo fumante.
Non
erano risvegliate, erano sempre state lì,
ardenti.
Non eravamo riusciti a spegnerle.
Te
ne andasti prima che entrambi ci ammalassimo dal piangere;
ti
osservai fermarti alla luce grigia della notte
nel
vialetto principale. Ti chinasti con un pugno su ogni orecchio...
prima
che potessi chiamarti, eri andato via.
RICONCILIAZIONE
(parte II)
Di
nuovo insieme con tutte le trappole
che
abbiamo provato prima, la cena e i drink.
Questa
volta ci muoviamo più facilmente oltre la conversazione formale
e
lasciamo cadere sovrapposizioni di memoria come lasciamo cadere i
vestiti.
Il
tuo viso è più sciupato alla luce delle candele - e il perdono
arriva
facilmente come il senso di colpa due mesi fa.
Sono
stupito dalla tua capacità di perdonare le mie più oscure
trasgressioni; l'amore è un solvente efficace.
L'orgoglio
messo da parte, la colpa lavata via; più concretamente
l'amore
prende il suo posto legittimo intorno a noi.
Ci
infiliamo a letto senza preoccuparci di chiudere
porte o finestre. Dormendo tra le braccia l'uno dell'altro,
riviviamo
l'anno passato in questi momenti che condividiamo.
Mi
sveglio con un sogno diventato realtà - e pianifichiamo nelle prime
ore del mattino
ciò che accadrà nel nostro mondo.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Infinite
colors,
but
no hue to behold,
they
define with clarity
from
where you belong, so I'm told.
Perceived
alone,
or
in harmony's stance,
the
flavors... the quintessence,
of
taste and preference.
Amid
a myriad,
without
concession,
the
lemon zest
my
own obsession.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Infiniti
colori,
che
non hanno frequenza,
identificano
chiaro
la
tua appartenenza.
Percepiti
da soli
o
in convivenza,
questi,
i sapori, ne sono l'essenza:
gusto,
piacere e personal preferenza.
Tra
cento o mille
non
ho dubbio alcuno,
il
gusto limone
non
lo cedo a nessuno.
© 2024 - Timothy D. Capehart
(for DJS)
I
Giggles
and thuds from the apartment upstairs sound
like
we must have sounded to those below our first apartment.
Beginning
with an innocent poke in the side,
we
would suddenly seize each other,
trying
to be the one on top, reaching
for
those vulnerable spots only we knew of,
laughing
maniacally as we held each other,
tight
beyond breathing, and kissed.
II
A
wall stain of more innocent nature resembles
those
we left in our first apartment.
Our
night-blue bodies circled
like
sumo wrestlers on our legless king-sized bed,
spraying
white streams of Redi-whip,
lobbing
mounds of foam at each other and missing,
laughing
as it melted and ran down the wall,
laughing
as it dried and cemented our bodies together.
III
Brushing
my teeth, the foam in my mouth feels
like
the lather we worked up between us in that shower.
Looking
yellow-grey in the candle light
filtering
through the shower curtain,
we
caressed each other in the hot spray and steam
caught
in that tiny cell of a bathroom,
and
slid slowly over each other, letting the cum
and
ivory soap form that curious warm lather.
IV
All
the music we listened to there
brings
back nights we sat encased in each other,
surrounded
by stringy grey smoke from our cigarettes
hanging
in the still air of the greenhouse summer,
loving
like we never would in public,
laughing
at the world that beat us down,
letting
the music tap our feet while we planned
and
dreamed and promised.
© 2024 - Timothy D. Capehart
(per DJS)
I
Risate
e tonfi dall'appartamento di sopra risuonano
come
dobbiamo aver fatto noi a quelli sotto nel nostro primo appartamento.
Iniziando
con un innocente pizzicotto sul fianco,
ci
afferravamo improvvisamente l'uno con l'altro,
cercando
di essere quello sopra, raggiungendo
quei
punti vulnerabili che solo noi conoscevamo,
ridendo
maniacalmente mentre ci stringevamo,
stretti
oltre il respiro, baciandoci.
II
Una
macchia sul muro di natura più innocente assomiglia
a
quelle che abbiamo lasciato nel nostro primo appartamento.
I
nostri corpi blu-notte giravano
intorno
come
lottatori di sumo sul nostro letto formato king-size senza pediera,
sparando
getti bianchi di panna spray,
lanciandoci
cumuli di schiuma l'uno contro l'altro e mancandoci,
ridendo
mentre si scioglieva e scivolava giù per il muro,
ridendo
mentre si asciugava e cementava i nostri corpi insieme.
III
Spazzolandomi
i denti, la schiuma in bocca sembra
come
l’emulsione che creavamo in quella doccia.
All’apparenza
paglierini alla luce delle candele
che
filtrava attraverso la tenda della doccia,
ci
accarezzavamo nella calda pioggia e nel vapore
intrappolati
in quel minuscolo bagno,
e
scivolavamo lentamente l'uno sull'altro, lasciando che lo sperma
con
il sapone color avorio formassero quella strana miscela tiepida.
IV
Tutta
la musica che ascoltavamo là
riporta
alle notti in cui sedevamo avvolti l'uno nell'altro,
circondati
dal fumo grigio e filamentoso delle nostre sigarette
che
pendeva nell’aria immobile dell'estate torrida.
ci
amavamo come non avremmo mai fatto in pubblico,
ridendo
del mondo che ci schiacciava,
lasciando
che la musica ritmasse i nostri piedi mentre pianificavamo
e
sognavamo e promettevamo.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Yea
and Nay, like waves at sea,
which
clash and then set free.
Yea
and Nay, the eternal plight,
where
the mind wavers and heart takes flight.
Yea
and Nay, like life's grand scheme,
built
on choices, uncertain it seems.
Yea
and Nay…
as silent replies,
two
words that continually arise:
a
hope's echo in the wind's embrace,
versus
the burden of the uncertain space.
© 2024 - Laura A. Ferrabino
Sì
e Nò, come onde in mare,
che
si scontrano e si lasciano andare.
Sì
e Nò, come l'eterno dilemma,
dove
la mente vacilla e il cuore impenna.
Sì
e Nò, come la vita stessa,
fatta
di scelte e d’incertezza.
Sì
e Nò…
come
risposte mute,
due
parole di continuo ripetute:
un'eco
di speranza nel vento
contro
il peso dell'incerto momento.
© 2024 - Timothy D. Capehart
(for DJS)
When
time and space allow us to go to bed
and
I can feel the warmth of your feet
next
to mine in our room without light,
it
feels as if, together, we cross a bridge.
But
this is not a bridge of mortar and stone;
this
is more a bridge made of smoke.
Later
when we both lay back and smoke
basking
in the heat we've made in the bed,
I
feel as if we both could turn to stone
and
never move, not ten or twenty feet.
We'd
lose the past by burning all our bridges
and
turn toward that shaky future-light.
But
then our dark is shattered by daylight,
and
we open up the windows to free the smoke.
We
have one great gap left to bridge
and
questions that find no answer in our bed.
The
distance between our homes is miles not feet.
Four
hundred miles of roads of blackened stone.
I
think we've both found that getting stoned
doesn't
make the burden any lighter.
I've
often wondered just how many feet
are
in four hundred miles. Why can't I walk on smoke?
and
join you in the warmth of your own bed
without
the help of cars or manmade bridges.
If
distance is the only thing to bridge
and
the feelings that we have are engraved in stone,
the
fact that we can't always share a bed
does
not make our love seem any lighter.
The
feelings that we have won't turn to smoke,
and
the distance between us will soon be only feet.
When
those miles do become but feet
and
we have no single trouble left to bridge
and
we can sit together and drink and smoke
then
we will have no use for roads of stone.
Together
we can turn out the last lights,
and
in our darkness make our way to bed.
Until
that time of light I think of stone bridges.
I
smoke and lay my feet on your side of the bed.
© 2024 - Timothy D. Capehart
(per DJS)
Quando
il tempo e lo spazio ci permettono di andare a letto
e
posso sentire il calore dei tuoi piedi
accanto
ai miei nella nostra stanza cupa,
sembra
come se, insieme, attraversassimo un ponte.
Ma
questo non è un ponte di malta e pietra;
questo
è più un ponte fatto di fumo.
Più
tardi, quando entrambi ci adagiamo e fumiamo,
cullandoci
nel calore che abbiamo creato nel letto,
sembra
quasi che entrambi potremmo trasformarci in pietra
e
non muoverci mai, neanche di dieci o venti passi.
Perderemmo
il passato bruciando tutti i nostri ponti
e
ci volteremmo verso quella incerta luce del futuro.
Ma
poi la nostra oscurità viene annullata dalla luce del giorno,
e
apriamo le finestre per liberare il fumo.
Ci
rimane un grande vuoto da colmare
e
domande che non trovano risposta nel nostro letto.
La
distanza tra le nostre case è di miglia, non piedi.
Quattrocento
miglia di strade di pietra annerita.
Penso
che entrambi abbiamo scoperto che stordirsi
non
rende il peso più leggero.
Mi
sono spesso chiesto quanti piedi
ci
siano in quattrocento miglia. Perché non posso camminare sul fumo?
e
unirmi a te nel calore del tuo letto
senza
l'aiuto di ponti costruiti dall'uomo.
Se
la distanza è l'unica cosa da colmare
e
i sentimenti che abbiamo sono incisi nella pietra,
il
fatto che non possiamo sempre condividere un letto
non
rende il nostro amore più leggero.
I
sentimenti che abbiamo non si trasformeranno in fumo,
e
la distanza tra noi presto sarà solo questione di piedi.
Quando
quelle miglia diventeranno solo piedi
e
non ci sarà più alcun problema da colmare
e
potremo sederci insieme, bere e fumare
allora
non avremo più bisogno di strade di pietra.
Insieme
possiamo spegnere le ultime luci,
e
nella nostra oscurità incamminarci verso il letto.
Fino
a quel momento di luce, penso ai ponti di pietra.
Fumo
e stendo i piedi dal tuo lato del letto.
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